Distinzione tra Counselor, Psicologo, psicoterapeuta e Psichiatra.
Questo argomento si basa sulla differenza nella relazione di aiuto tra counselor, psicologo e psicoterapeuta, perchè si ritiene che ci sia molta confusione tra le varie figure professionali e non solo da parte della società stessa e dalle persone che effettivamente chiedono un supporto psicologico, ma avviene anche una continua difficoltà nella distizione dei ruoli e negli strumenti che ciascuna figura professionale possiede. Si cade molto facilmente in ruoli che fondamentalmente non ci appartengono, causando confusione nel cliente/paziente stesso che molto spesso non sa a quale figura professionale rivolgersi o ponendosi la domanda se si è realmente affidato alla figura corretta, che possa veramente essergli di aiuto e che gli possa effettivamente far percorrere i passi giusti per un miglioramento personale e per migliorare il proprio andamento di vita. In particolare, tra il counselor e lo psicologo, c'è una linea molto sottile e molto facile da oltrepassare.
Il counselor ha frequentato un corso privato triennale con esame finale nella scuola di appartenenza, con successiva iscrizione all'albo dei counselor. Ha un'attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi, propostivi e stimolando le capacità di scelta. Può fare un lavoro di gruppo, individuale, con famiglie o istituzioni. Fornisce ai propri clienti, la possibilità di riscoprire le proprie potenzialità e di sviluppare risorse, permettendogli quindi, di affrontare il proprio momento di crisi e di difficoltà. Quindi il counselor, non può sicuramente trovare soluzioni di natura psicopatologica, ma può aiutare il proprio cliente a prendere decisioni, sviluppare risorse e ritrovare una consapevolezza personale che permetterà al paziente stesso di superare problematiche future. Il rischio che potrebbe correre il counselor, sarebbe quello di fare diagnosi azzardate (non rientra tra le sue competenze) ed entrare in un approccio con il proprio cliente più psicologico o psicoterapico, invece di mantere una semplice modalità di ascolto, non potrà dare suggerimenti e consigli. Sicuramente, sarà di aiuto e sostegno per il proprio cliente, in particolare quando quest ultimo si trova ad affrontare un momento della propria esistenza in cui risulta essere particolarmente demotivato o “stressato” e per una situazione che dovrà affrontare in un futuro molto ravvicinato (un esame da sostenere, il matrimonio, una nascita, una scelta difficile,ecc..).
Per quanto riguarda la figura dello psicologo, è suddivisa in 2 categorie:
1. Psicologo A: 5 anni di università (3+2) e 1000 ore di tirocinio, infine un esame di stato;
2. Psicologo B: può fare l'esame dopo 3 anni di università con 500 ore di tirocinio.
Lo psicologo può somministrare tutti i test psicopatologici e può fare una ricerca sulle difficoltà riscontrate nel proprio paziente, come i disturbi specifici dell'apprendimento (DSA); mentre, per quanto riguarda il disturbo dell'attenzione e dell'iperattività (ADHD) richiede un test psicotapologico diverso. I test psicopatologici, “sono standardizzati, utilizzati per acquisire informazioni sulle funzioni psichiche dell'individuo”. Ha un approccio di osservazione e di valutazione (non può fare diagnosi), sostenendo il proprio paziente in un determinato periodo stressante, valutare, appunto, eventuali comportamenti devianti ed, inoltre, comprendere la difficoltà nella relazione con gli altri e con sé stesso. Il rischio che potrebbe incorrere uno psicologo, è prendere in carico un paziente con sintomi psicofisici importanti, che alterano la sua quotidianità andando a ledere il suo corretto sviluppo (nel caso in cui fosse un bambino o adolescente), la corretta modalità di approccio alla vita, alla scuola, nell'ambito lavorativo e nelle relazioni sociali.
Nel caso di un paziente con, appunto, questo quadro clinico altamente problematico, dovrebbe indirizzarlo in un percorso di psicoterapia o psicoterpia infantile.
Lo psicoterapeuta, ha una laurea in psicologia o medicina e chirurgia ed aggiunge la specializzazione di 4 anni con un esame all'interno della scuola di appartenenza. Lo psicoterapeuta lavora sulle emozioni ed ha un approccio sicuramente più approfondito, dato che, nel periodo di specializzazione in psicoterapia, ha svolto attività sia teoriche che pratiche. Ha gli strumenti adatti per prendere in cura pazienti con sistomatologie psicofisiche anche invalidanti che alterano la loro quotidianità, trattando problematiche psicopatologiche che possono appartenere anche ad un'esperienza passata, atteggiamenti e comportamenti appartenenti ad altre generazioni nella famiglia del paziente stesso. In caso di sintomi psicofisici, può consigliare l'assunzione di alcuni farmaci, ma non li può prescrivere personalmente. In questo caso, può indirizzare il paziente ad uno psichiatra o dal proprio medico di base.
Lo psichiatra, è un medico laureato in medicina e chirurgia, che ha poi conseguito la specializzazione in psichiatria. Ha una preparazione dettagliata sulle patologie psichiche ed, a differenza delle altre figure professionali, può somministrare psicofarmaci (antidepressivi, ansiolitici). Si occupa, quindi, delle patologie psichiatriche, come ad esempio: depressione, disturbi d'ansia, disturbi di personalità, disturbi alimentari, ecc... Per disturbi di personalità s'intende modelli disadattivi di pensiero e comportamento che si discostano dalle norme sociali.
Lo psichiatra effettua una prima visita in cui raccoglie tutte le informazioni riguardo al proprio paziente con successivi colloqui clinici di monitoraggio. Il suo compito è quello sì di prescrivere psicofarmaci ove necessario, ma anche di instaurare un buon rapporto medico-paziente.
Tutor dottoressa Luciana Reginato psicologa clinica e supervisor counselor
Si ringrazia Lisa Grifoni, tirocinante