Training Autogeno

Training Autogeno

Il padre della tecnica del Training Autogeno è Iohannes Heinrich Schultz. Che nella psicologia contemporanea ha il merito di aver coniugato psiche e soma in un’unicità presente nell’individuo. Il T.A. abbraccia la visione olistica dell’uomo e lo considera nella sua interezza come unità tra spirito e corpo e ne supera il dualismo cartesiano. Il T.A. fa leva sullo sviluppo delle potenzialità del soggetto e sulla fiducia della capacità di autoregolazione di ogni persona sia a livello psichico che fisico. 

    Schultz nacque nel 1884 a Göttingen in Germania è ottavo figlio di un pastore protestante. Schultz fa il confronto tra l’attività del padre, che si occupa della dottrina della salvezza delle anime, mentre lui si dedica alla psicoterapia e cioè alla cura delle anime. Ciò sta a indicare che la psicoterapia si occupa del benessere della persona affinché, tutti possano vivere una vita piena, rimuovendo quegli ostacoli che impediscono di vivere una vita partecipata. Schultz studia medicina a Losanna, poi a Göttingen e infine a Breslavia.  
   Studia la filosofia di Reinach e Husserl e psicologia nella scuola di William Stern. Nel 1905 si avvicina alla biologia presso l’Istituto di Ricerca Biologica di Helgoland. Nel 1907 lavora con Weber a Göttingen come psichiatra, e si specializza in medicina interna nella clinica medica dell’università di Breslavia. Nel 1908/09 si avvicina all’ipnosi grazie a Richard Stern, legge le ricerche di Oskar Vogt sul metodo frazionato. Tra il 1910/11 con Albert Neisser, si specializza in dermatologia ma poi torna a occuparsi di psichiatria con Weber a Göttingen. Nel 1912 si specializza in neurologia per proseguire le sue ricerche sulla fisiopatologia.  
   L’esperienza nel suo ambulatorio gli permette occuparsi di medicina psicosomatica, e trattando i suoi pazienti con l’ipnosi, inizia a sviluppare la tecnica del Training Autogeno. Dai racconti dei suoi pazienti emerge che essi sperimentano due stadi: una sensazione di calore e una sensazione di pesantezza.  
   L’originalità di Schultz sta nell’ipotizzare che il paziente può raggiungere da solo sia lo stato di pesantezza sia quello di calore. A dargli conferma sono gli studi di Vogt attraverso i quali osserva come alcuni pazienti siano in grado di raggiungere da soli lo stato di ipnosi. Si può dire che la psicoterapia autogena messa a punto da Schultz prende avvio dagli studi di Vogt sull’ipnosi. Il vantaggio della tecnica di T.A. riguarda che il paziente mantiene uno stato di coscienza, che invece con l’ipnosi, è ristretto, inoltre consente l’indipendenza dal terapeuta. Col tempo, Schultz, perfeziona la sua tecnica che permette al paziente di raggiungere uno stato di rilassamento profondo, passivamente e facilita gli effetti dell’autoregolazione. Schultz inoltre crea un ponte tra la psicologia del profondo e la psicologia comportamentale. La teoria di Schultz dunque è la teoria Bionomica, il nome deriva da Bios che significa vita e da nomos che significa legge: legge della vita. Il metodo è quello Autogeno, cioè lo si può attuare senza l’aiuto del terapeuta, si supera il concetto di dipendenza terapeutica. La tecnica è quella del Training Autogeno cioè l’insieme degli esercizi come l’induzione alla calma ottenuta anche attraverso la respirazione diaframmatica, l’esercizio della pesantezza, quello del calore, del cuore, del plesso solare e infine quello della fronte fresca.  
   La bionomia è la teoria che si basa sul concetto bionomico termine preso a prestito dalla biologia ed è relativo alle leggi biologiche della vita. Schultz afferma che vi sono delle leggi sia biologiche che psicologiche unite nell’essenza del soggetto. Si dovrebbe allora comprendere quali sono tali leggi della vita per aiutare le persone a ritornare in un equilibrio bionomico. Ad esempio il termine Abionomico (a privativo) indica che la persona si sviluppa e vive al di fuori delle leggi della vita che vive disagi e se ne rende conto ne è coscinente.  
   Il termine Antibionomico si riferisce a chi vive contro le leggi della vita. Tali soggetti si sviluppano e vivono contro le leggi della vita, come ad esempio mettendo in atto il suicidio, abbandonandosi all’alcolismo o alla tossicodipendenza. Il termine Antibionomico è un termine riferito a coloro che compromettono la propria vita psichica e fisica. Le leggi della vita sono universali biologiche e psicologiche, Schultz le chiama bionome esse sono formate da DNA, dal temperamento e dalle potenzialità del soggetto. Esse rappresentano un progetto interno che permette, alla persona,  di potersi sviluppare in modo armonico, ognuno però le sviluppa in modo unico e irripetibile. La seguente tabella indica le leggi della vita: bionomiche, il circolo vitale, la tecnica autogena e il loro effetto: 

Circolo vitale Tecnica autogena Effetto 
Circolo vitale biologico Training autogeno di base modificazione autogena Benessere equilibrio biologico 
Circolo vitale  
psico-biologico Neutralizzazione Autogena Fiducia sicurezza soddisfazione 
Circolo vitale 
psico-spirituale Training Autogena spirituale Senso della vita, valori trascendentali 

   Il metodo autogeno prevede la conoscenza delle leggi della vita, che si conquistano, attraverso la possibilità di attingere dai processi e contenuti dell’apparato psichico e attraverso quello che emerge dalla psiche. Uno dei punti fondanti della T.A. è “lasciare che accada” cioè lasciare emergere e saper ascoltare ciò che scaturisce dal profondo. Il T.A. prevede che vi sia l’allenamento quotidiano più volte il giorno.  
   I primi esercizi della tecnica del T.A. sono definiti esercizi inferiori, perché sono relativi al rilassamento all’ascolto delle sensazioni del corpo. Schultz afferma che è importante partire dagli esercizi inferiori cioè dal corpo, perché di riflesso si avvertono dei miglioramenti anche a livello psicologico. Con il T.A. si ottiene l’aumento di autonomia e di autostima (escludendo aspettative impossibili). Durante il T.A. avvengono dei cambiamenti a livello fisiologico come ad esempio la riduzione dell’attività del sistema neurovegetativo simpatico e l’attivazione del sistema neurovegetativo.  
   L’allenamento prolungato favorisce il loro equilibrio e di conseguenza un rapido recupero dell’omeostasi del soggetto nei momenti di stress. Il rilassamento del tono muscolare è la prima funzione a essere modificata, seguita a livello cardiaco, da una diminuzione della frequenza cardiaca. Attraverso l’esercizio del respiro è regolata la funzione respiratoria, migliora la circolazione sanguigna attraverso la vasodilatazione dei capillari, con conseguente modificazione della pressione arteriosa.  
   Durante il rilassamento di T.A. aumenta la resistenza elettrica della pelle e conseguente modifica dell’attività cerebrale ed elettrica, con comparsa di ritmo alfa tipico di un cervello non impegnato e rilassato. Anche l’attività endocrina a lungo andare ottiene delle modifiche attraverso le connessioni limbo-ipotalamo-ipofisario, con la conseguente diminuzione degli ormoni dello stress come il cortisolo. A ottenere miglioramenti è anche il metabolismo con diminuzione del colesterolo, e in soggetti diabetici si è visto un aumento dell’attività dell’insulina. Numerosi studi hanno osservato che, nell’allenamento a lungo termine di T.A., l’attività immunitaria è potenziata e migliora il funzionamento. In conclusione, i soggetti ben allenati al training Autogeno sperimentano una sensazione di benessere e di soddisfazione.   
  Il Training Autogeno, può apportare cambiamenti significativi a livello fisiologico e psichico, nei soggetti che si allenano regolarmente, pertanto in alcune situazioni è preferibile non proporre questa tecnica. Si sconsiglia il T.A. a soggetti con gravi patologie psichiche perché non consentono una piena consapevolezza da parte dell’individuo. Inoltre si sconsiglia il T.A. in alcune patologie fisiche quali: emorragie gastrointestinali, in caso di aumento della pressione arteriosa durante l’allenamento di T.A., e disturbi cardiaci recenti.