Empatia: Comprendere l’altro

Empatia: Comprendere l’altro

Empatia 
Comprendere l’altro è un fondamento importante nelle relazioni umane, non può infatti esserci relazione significativa se non c’è empatia, capire cosa sente e vuole l’altro è un elemento essenziale che ci fa comprendere che la condizione umana è una condizione di pluralità. 
“Non l’uomo, ma uomini e donne abitano la terra.” 
Per comprendere e capire l’altro in maniera autentica occorre utilizzare il cuore e l’anima, ascoltando l’altro in un clima non giudicante, immergendoci nella sua soggettività. 
Il sentire empatico richiede sia l’attivazione di un vissuto emotivo, che permette di sentire le emozioni degli altri, sia l’attivazione cognitiva, che ci consente di comprendere la prospettiva dell'altro, queste abilità si sviluppano attraverso l'esperienza e la formazione. 
Allenarsi all’empatia significa anche allenarsi a ritrovare il nostro senso umano, è un esercizio d’amore che non è una conseguenza automatica del nostro vivere in un contesto sociale, bensì presuppone il desiderio di esistere diversamente e altrove, un desiderio di libertà e condivisione con gli altri delle nostre esperienze e passioni. 
È un atto d'amore che non viene naturalmente dal vivere in una società, ma richiede il desiderio di vivere in modo diverso e di aprirsi agli altri, condividendo le nostre esperienze e passioni. 
Provare un sentimento che non appartiene a noi stessi ci permette di vivere un'esperienza interiore che non è nostra, ma che si realizza grazie all'altro, tuttavia, è importante non con-fonderci e identificarci completamente con lui. 
Questa è l’autentica empatia, non un semplice atto intellettuale, ma la capacità di comprendere emozionalmente la realtà del sentire dell'altro. 
È un infinito esercizio del desiderio di dare un significato alla nostra esistenza e a quella degli altri, offrendoci la meravigliosa opportunità di accedere alla realtà vissuta di un'altra persona senza diventare un tutt’uno con essa, ma ampliando così la nostra realtà personale. 
Diventa una danza, un movimento continuo tra due anime, verso il dentro e verso il fuori, un avvicinarsi e un allontanarsi, e questa, è una danza chiamata relazione. 
Quando un individuo ha sviluppato una consapevolezza di sé profonda, diventa in grado di diventare un maestro dell'empatia e della comprensione, secondo il concetto di "maestro d'amore" di Edith Stein.  
Edith Stein è considerata la studiosa principale nell'affrontare il problema dell'empatia, descrivendola come la capacità di rendersi conto (gewahren), di attivare la sensibilità e l'intera mente per osservare e riconoscere qualcosa, (come le sofferenze che posso leggere sul viso dell’altro), questo richiede una rottura nella continuità dell'esperienza personale per potersi aprire all'esperienza dell'altro.  
Si tratta di guardare oltre ciò che è evidente e scontato nell'altro, ma di scrutare all'interno delle profondità che lo abitano, tra le cicatrici e le ferite, dando loro spazio e riconoscimento.  
In questo modo, le ferite non vengono solo considerate come simboli di dolore, ma anche come possibilità di aprirsi verso nuovi orizzonti. 
Questo spiega il motivo per cui il bisogno di empatia diventa così fondamentale ed essenziale per la salute mentale della persona. 
L’importanza dell’empatia in psicoterapia 
L’empatia per il terapeuta, diventa uno strumento essenziale per comprendere e avvicinarsi al cliente, è fondamentale instaurare una relazione basata sulla fiducia, l'assenza di giudizio e l'empatia affinché il percorso psicologico sia efficace. 
Secondo il noto psicologo umanista Carl Rogers, l'empatia è una delle principali abilità che uno psicologo o psicoterapeuta deve possedere, questo presuppone che il terapeuta possieda una buona conoscenza del proprio mondo interiore, possibile solo grazie ad un’efficace introspezione. 
Quanto più siamo aperti verso le nostre emozioni, tanto più abili saremo nel leggere i sentimenti altrui, e grazie ai sentimenti altrui riusciremo a conoscere meglio anche noi stessi. 


Tutor dottoressa Luciana Reginato psicologa psicoterapeuta e supervisor counselor  
Si ringrazia Giulia Todesco, tirocinante