Articolo tratto dal Libro:
Se la coppia è in crisi…
Impara a superare frustrazioni e risentimenti per ricostruire una
relazione consapevole.
Autore:Russ Harris
A.C.T. è
acronimo di: Acceptance and Commitment Therapy, e si pronuncia come singola
parola che in inglese significa “azione”. È una
nuova forma di psicoterapia, fa parte di quella che viene definita
“terza onda” della terapia cognitivo comportamentale è
stata fondata negli stati Uniti dallo psicologo Steven Hayes nel 2004.
L’A.C.T. si basa sulla Relation Frame Theory che studia il
funzionamento della mente umana. Questo studio afferma che alcuni strumenti
che le persone utilizzano per risolvere i propri problemi possono condurre
ad una trappola che crea disagio e sofferenza.
L’ACT prende in considerazione alcuni concetti non
convenzionali:
1. Ritiene che la sofferenza psicologica sia
normale, accompagna ogni persona ed è considerata normale.
2.
Non ci si libera dalla sofferenza psicologica in modo volontario, ma si
possono adottare strategie per evitare che essa aumenti.
3. La
sofferenza e il dolore sono due diversi stati dell’essere
4.
Il consiglio è non identificarsi con la propria sofferenza
5.
I valori possono accompagnare l’esistenza, si può iniziare
subito, ma bisogna imparare a uscire dalla propria mente ed entrare nella
propria vita.
L’ACT propone un cambiamento di prospettiva
uno spostamento del modo in cui si considera la propria esperienza
personale. L’ACT fornisce nuovi modalità per affrontare le
difficoltà di natura psicologica, attuando particolari metodi,
cercando di cambiare l’essenza dei problemi psicologici, e le
conseguenze che questi hanno sulla vita. L’ACT si fonda su tre punti
fondamentali: Mindfulness, Accettazione, Impegno e vita basata sui
Valori.
Le relazioni possono renderci felici o
infelici possono portarci in cielo oppure farci precipitare al suolo.
Così se inizialmente il/la partner sembrerà meraviglioso/a
con il passare del tempo l’amore non durerà. Ma questo non
deve far allarmare, l’amore tornerà di nuovo, per scomparire
di nuovo e ricomparire di nuovo. Ci si aspetta che i nostri partner
soddisfino i nostri bisogni e che realizzino i nostri desideri (fase
dell’innamoramento) e che rendano le nostre vite più felici, e
ci si arrabbia quando la realtà si scontra con i nostri sogni.
Quando si costruisce una relazione inevitabilmente può capitare di
vivere in certa misura dolore e stress. I media i popstar, poeti e
scrittori “vogliono farti credere […]che
c’è veramente un partner perfetto là fuori che sta
aspettando solo te; che senza questa persona sei incompleto, incompiuto,
condannato in una vita vissuta a metà ; che quando eventualmente
troverai questo partner perfetto, ti innamorerai e rimarrai in questo stato
di grazia senza alcuno sforzo e per sempre” . Ciò che scrive
l’autore sembra molto duro, ma le coppie spesso hanno molte
aspettative rispetto ai loro partner ed è questo che crea
difficoltà relazionali.
Harris, in questo libro,
insegna a lasciar cadere gli atteggiamenti sull’amore che non sono
d’aiuto e come creare in modo profondo e pieno una relazione
duratura, intima autentica e detta come Sternberg: che sia
l’integrazione di intimità passione e impegno. Questo libro
parla dei problemi di coppia più frequenti ed è dedicato alle
coppie che vivono bene il loro rapporto ma desiderano migliorarlo, per chi
vive una crisi di coppia e cerca alcuni spunti per mettersi alla prova e
superare il momento di stallo. Per chi non ha ancora una relazione e
desidera comprendere cosa può andare storto nella relazione, infine
è dedicato ai terapeuti, consulenti, supervisori se cercano idee su
come lavorare nei conflitti di coppia. Harris Russ è uno
psicologo e trainer ACT, ed è esperto in problemi di coppia e vive
in Australia.
Parte I
Combinare un pasticcio
1
Missione impossibile?
In questo paragrafo Harris,
asserisce che le coppie agiscono in base a quattro miti: il partner
perfetto, tu mi completi, l’amore dovrebbe essere facile e
l’amore eterno. Gli atteggiamenti e pensieri, che si basano su questi
miti, sono fuorvianti e, spesso, portano a incomprensioni e possono
sfociare in conflitti relazionali. Lo scopo dell’autore è
quello di “aiutare a creare la migliore relazione possibile, dati i
limiti della realtà, che vuol dire una relazione in cui puoi agire
con amore, apprezzare quello che il tuo partner ha da offrire, imparare ad
accettare le differenze, gestire le emozioni in modo più
efficace” . Consiglia inoltre di scrivere in un diario gli
atteggiamenti e i concetti che si ritengono sbagliati nel partner, e se
questi pensieri si avvicinano a uno dei quattro miti. Inoltre invita a
rispondere alle due seguenti domande: a) Cosa accade al tuo amore quando
sei catturato in pensieri che riguardano cosa c’è di sbagliato
nella tua relazione o nel tuo partner? b) Quando confidi in questi pensieri
o ti ci soffermi sopra, che effetto hanno sulla tua relazione?
2
Qual è il tuo problema?
Harris afferma che
dietro ad ogni problema vi sono cinque processi sottostanti fondamentali
che faranno “drenare” l’intimità e la
vitalità fuori dalla relazione. I processi sono rappresentati
dall’acronimo DRAIN: Disconnection (Disconnessione), Reactivity
(Reattività), Avoidance (Evitamento), Inside your mind (Dentro la
tua mente), Negletting your values (Trascuratezza dei tuoi valori). Al
termine del paragrafo c’è un esercizio da fare insieme al
partner, che aiuta la coppia a non incolparsi, giudicarsi o criticarsi a
vicenda e spostare invece l’attenzione al ruolo che ciascuno gioca
nel contribuire ad aumentare i problemi nella coppia.
Parte
II
Prendersi un impegno
3 Devo restare o devo
andarmene?
L’autore va in profondità
e dice: chiunque ha avuto il pensiero di voler interrompere la propria
relazione. Fonda questa teoria scientificamente cercando la spiegazione
nell’evoluzione dell’uomo in senso ontologico. I nostri
antenati hanno individuato modi per risolvere i problemi di sopravvivenza,
come procurarsi il cibo difendersi dalle intemperie e dagli animali feroci,
e ad ogni generazione gli esseri umani si sono evoluti così:
“ogni
qualvolta che la tua mente incontra un problema, immediatamente cerca una
soluzione. E quando una situazione è dolorosa, difficile o
minacciosa, allora una soluzione perfettamente ragionevole è quella
di andartene! Non c’è da stupirsi se noi pensiamo alla
separazione o al divorzio. Ma qui sta il punto: le soluzioni che la tua
mente ti propone non sono sempre sagge” .
Per affrontare il dilemma relazionale vi sono quattro approcci adatti
a qualsiasi relazione problematica: Andarsene, Rimanere e cambiare quello
che può essere cambiato, Rimanere e accettare quello che non
può essere cambiato e Rimanere arrendersi e fare cose che peggiorano
la relazione. L’autore da consigli su ogni opzione, convoglia la
riflessione sulla relazione che si sta vivendo e le azioni che è
saggio portare avanti. Ci si potrà fermare e dare un’occhiata
a queste quattro opzioni ogni qualvolta che si è bloccati nel
dilemma: restare o andarsene e chiudere la relazione? Una domanda da porsi
onestamente potrebbe essere “su una scala da 1 a 10, dove 0 significa
‘per nulla disposto a fare quel lavoro ’ e 10 ‘disposto a
fare qualsiasi cosa sia necessario’, quanto duramente sei disposto a
lavorare per migliorare la tua relazione?” . Se si ottiene un
punteggio alto si è disposti a fare qualcosa per rivedere la
relazione e questo è un buon passo. Se si ottiene un punteggio
basso, Harris consiglia di annotare e registrare le cose che accadono in un
diario nel seguente modo:
• nota gli effetti
dell’arrenderti sulla tua salute e vitalità;
•
nota quanto ti sta costando questa scelta di “arrenderti”
– in termini di dolore emotivo, tempo sprecato, denaro sprecato,
energie sprecate, e ulteriori danni alla tua relazione;
•
nota ogni azione che intraprendi e che sembra migliorare la tua relazione o
aumentare il tuo benessere e la tua vitalità;”
e
ora dice Harris, che si è impegnati a fare un certo lavoro:
c’è bisogno di due persone per ballare il tango?
4
Ci vogliono due persone per ballare il tango?
Lo
scopo dell’ACT è quello di aiutare a godere al massimo la
propria vita focalizzandosi su quello che è sotto il proprio
controllo. Se ci si concentra su questo si giunge alla
responsabilizzazione. Se ci si focalizza su quello che è fuori
controllo cioè più si creano illusioni meno si è
responsabili nella coppia, e si sarà insoddisfatti e delusi. In
questo libro, sono trattati in prevalenza i seguenti argomenti:
•
Come smettere di agire in modi che rendono peggiore la tua relazione;
•
Come chiarire quali sono i tuoi valori e ad agire in base ad essi, ed
essere più simile al partner che idealmente vorresti essere;
•
Come accettare quello che è fuori dal tuo controllo;
•
Come gestire efficacemente i sentimenti dolorosi e i pensieri stressanti
che inevitabilmente si presentano in ogni relazione” .
Harris pone l’accento sul fatto che, nella coppia ci deve
essere un equilibrio tra il dare e l’avere per mantenere una
relazione sana e significativa. Per fare questo entrambi i partner devono
lavorare su tutti i processi fin qui descritti. E spiega che per ballare il
tango bisogna essere in due, ma se inizialmente si pratica da soli,
“i passi di danza”, la volta successiva che si danzerà
con il partner andrà meglio! È bene sempre confrontarsi con
la realtà e disilludersi. A questo punto del percorso, Harris,
propone un altro acronimo: LOVE. Letting go (Mollare la presa); Opening up
(Aprirsi); Valuing (Dare valore); Engaging (Impegnarsi attivamente). Ogni
parola di questo acronimo invita i soggetti a cambiare punto di vista, fare
un passaggio, da autocentrati, a guardare con amore e rispetto
l’altro, aprirsi ai sentimenti dell’altro, non trascurare
né i propri né gli altrui valori.
In
altre parole rivolgersi all’altro e farne il centro della propria
attenzione piuttosto che respingerlo o ignorarlo. Pensare all’amore
come ad un continuo processo fatto di “lasciare andare, aprirsi, dare
valore e impegnarti attivamente, allora sarà sempre a tua
disposizione anche quando i sentimenti di amore saranno assenti.
Così in questo senso, puoi davvero avere amore eterno. Ma se pensi
all’amore semplicemente come un’emozione o un sentimento,
allora non può durare a lungo” . Questo atteggiamento
aiuterà ad evitare di lottare con il partner e a risolvere i
conflitti accettare e valorizzare le differenze, elevare a valore fondante
il prendersi cura dell’altro sintonizzarsi con l’altro per
costruire un legame profondo. La relazione di coppia spesso è
altalenante e nella relazione vi possono essere dei momenti di
armonia e altri in cui emergono conflitti e tensioni: è la
natura umana che così! E quando succede questo è bene
ricordare che si sta soffrendo in due.
Parte III
Farla
funzionare
Vi possono essere dei momenti in cui
si litiga di più allora perché non guardare al passato e
ripensare a quando ci si è conosciuti, quali sono stati gli aspetti
esteriori che sono piaciuti, le qualità personali che sono state
apprezzate, cosa piaceva fare insieme. Guardare al positivo
dell’altro aiuta a ri-avvicinarsi, a ripensarlo sotto una nuova luce
può aiutare a rivedere i motivi del conflitto. Harris consiglia di
praticare la minfulness “l’ascolto consapevole e il descriversi
in modo non giudicante giocano entrambi un ruolo nel creare uno spazio
sicuro, uno spazio nel quale entrambi i partner possono iniziare ad aprirsi
e a parlare più liberamente delle loro difficoltà”.
Il lavoro difficile che si può intraprendere
come coppia è a livello di pensiero. Per un attimo si può
evitare il giudizio, e ognuno può sentirsi libero di parlare
delle proprie emozioni dolorose ed esprimere che anche la relazione
è dolorosa. Se si rimane fermi al lato doloroso della storia di
coppia si rimane nella staticità, oppure si può andare
avanti. Ci si può chiedere:
“se do a questa
storia tutta la mia attenzione e le permetto di dettare come mi devo
comportare, mi aiuterà a ricostruire o approfondire la mia
relazione? Nel fare questo impari una importante abilità di
mindfulness: la capacità di notare che cosa sta dicendo la tua mente
e di scegliere la tua risposta sia che stringi fortemente questi pensieri,
sia che allenti la presa e lasci andare”.
Un passo importante dunque è riconoscere il dolore di ognuno
nel conflitto questo rappresenta un passo per andare verso la risoluzione.
È apprezzabile riconoscere che nella coppia entrambi si sta
soffrendo così ci si può sintonizzare con l’altro e
provare compassione e di conseguenza prendersi cura. Queste sono
caratteristiche importanti per ritrovare vitalità e amore nella
relazione. Ogni uno di noi vorrebbe poter controllare tutto, che tutto
fosse a nostro favore che l’ambiente fosse a nostra disposizione e
che il partner comprendesse tutti i nostri bisogni e li esaudisse. Al punto
che abbiamo una forte spinta a ottenere quello che vogliamo, e ci
accompagna l’aspettativa che dovremmo riceverlo. Harris cerca di
analizzare il tema del controllo e si chiede: ma abbiamo davvero il
controllo? In realtà riusciamo con difficoltà a controllare
le azioni i sentimenti i pensieri degli altri, e per quanto ci riguarda
facciamo fatica a controllare anche le nostre emozioni. Conclude dicendo
che l’unica cosa che possiamo controllare sono le nostre azioni.
“Questo ci porta ad un concetto molto importante
dell’ACT: qualcosa conosciuto come Workability (funzionalità).
La Workability di qualcosa, si riferisce a come questa funzioni nel lungo
periodo per creare una vita ricca e significativa. Perciò
nell’ACT diciamo che quello che fai è funzionale se, nel lungo
periodo, questo arricchisce la tua vita e aumenta la tua
vitalità”.
Continua Harris,
sarebbe importane annotare tutte le azioni che si fanno non nel senso di
dire se sono giuste o sbagliate, ma in senso di funzionalità,
cioè se quello che si fa sta funzionando nel lungo periodo e questo
crea una relazione ricca e significativa. Se si smette di voler ad ogni
costo controllare sprecando energie, si può “invece investire
nel diventare il partner che si vuole essere. Questo è di solito
molto vantaggioso perché una relazione è come una danza: man
mano che tu cambi i tuoi passi, il tuo partner cambierà i
suoi”. Anche se non è garantito che subito i passi di
danza siano perfetti, ma è probabile che quando si entra in contatto
con i propri valori e questi, si usano con consapevolezza si
cambierà entrambi in modo positivo.
Così si rivela indispensabile poter guardare dentro il proprio
cuore e riscoprire i propri valori, che sono i desideri più
profondi. Essi rappresentano quello che si vuole essere e quello che si
vuole fare nella vita. ACT definisce i valori come “qualità
desiderate dell’azione in corso”. Un valore è come una
colla, che lega insieme l’azione più piccola e il più
grande obiettivo a lungo termine. Ad esempio sono valori essenziali:
“prendersi cura del proprio partner”, “collaborare con il
partner”, e riguardano quello che è importante e
significativo. I valori non sono caratterizzati dal “io dovrei”
perché in questo caso si cadrebbe nella terra delle regole. I valori
invece includono termini come: voglio, desidero, scelgo, do valore,
è importante.
I valori sono come una bussola
danno la direzione ed è un processo continuo, attraverso i valori ci
si pongono degli obiettivi. Non esistono valori giusti o sbagliati, ogni
persona ha i suoi (l’etica e la morale indicano linee guida per poter
formare i nostri valori personali). Vi sono però alcuni valori che
“sembrano essenziali per una relazione ricca, piena e significativa
– valori come l’accettazione, la compassione, il prendersi
cura, la connessione, l’integrità e la fiducia.”
Se si ritiene importante connettersi profondamente intimamene e
completamente con il partner, se si ha sinceramente a cuore i suoi
sentimenti la sua felicità e vitalità, e se si vuole
contribuire al suo benessere alla qualità della vita allora anche
gli altri valori che si ritengono importanti si svilupperanno.
Harris afferma che “prendersi cura, connessione e
collaborazione sono i pilastri dell’amore, del calore umano e
dell’intimità quindi se c’è una carenza
significativa del dare valore in queste aree, la tua relazione rischia di
appassire anziché fiorire”. A volte è difficile
riconoscere in noi i nostri fondamentali valori, Harris dice che la causa
è lo smog psicologico, miscela potente e tossica di previsioni
spaventose, atteggiamenti rigidi e duri giudizi gli elenca così: lo
strato del ‘dovrebbe’, ‘è inutile cercare
di…’ ‘il passato doloroso’, ‘futuro
spaventoso’, ‘il giudizio’, ‘io so
perché…’. Anche le paure, sono presenti e si mettono
davanti ai nostri giudizi come la paura dell’abbandono, la paura del
controllo, la paura di non essere meritevole, esse possono compromettere la
relazione di coppia.
9 La macchina dei giudizi
Spesso, spiega l’autore, la nostra mente è invasa da
pensieri critici su noi stessi, questo atteggiamento l’ACT lo
definisce fusione cioè impigliato nei propri pensieri.
L’intervento cognitivo per superare questo modi di pensare
viene definito “defusione”. La frase che può aiutare ad
allontanarsi dai pensieri giudicanti e andare verso la defusione può
essere la seguente:
“noto che sto avendo il pensiero
che…” […] la gente sperimenta un senso di separazione o
di distanza dai propri giudizi di sé. Il pensiero non va via , ma
perde un po’ del suo impatto . Questo processo è chiamato
‘defusione’. […] Nell’ACT si parla di fusione con
i tuoi pensieri: un termine tecnico che significa che rimani catturato o
impigliato nei tuoi pensieri. Defusione significa separati dai tuoi
pensieri, mettere un po’ di distanza tra te e loro, fare un passo
indietro e guardare i tuoi pensieri invece di perderti in essi.
Ma
cosa succede se i giudizi sono veri? L’autore spiega che in ACT tutto
si limita in funzionalità. Il focus non è se i giudizi sono
veri o falsi, ma come questi giudizi possano influenzare la tua relazione.
A questo punto propone un esercizio da fare in coppia. Un modo efficace per
de fondersi dai giudizi e dalle storie sul partner che non sono
d’aiuto è: nominarli e chiamarli per nome ogni volta che
appaiono e dire silenziosamente “Ah! Ecco che arrivano i
giudizi”. Quando si riesce a fare questo, si inizia a “de
fondersi” e si esce dalla trappola. L’autore invita a fare il
seguente gioco:
Vedi se puoi catturare la macchina del
giudizio in azione, etichettare quello che sta facendo e notare cosa
succede. Ricorda: lo scopo non è quello di bloccare i giudizi; non
c’è davvero modo di fare ciò. Lo scopo è di
vedere loro per quello che sono: solo un mucchio di parole che vengono
sfornate automaticamente dalla tua mente.
Harris, nel
suo Workbook invita ad eseguire gli esercizi, proposti sistematicamente,
perché afferma non si può imparare soltanto leggendo
bisogna fare pratica, pratica, pratica! Inoltre, suggerisce altri
modalità strategiche, che aiutano ad imparare a rendere flessibili i
pensieri difficili e distanziano dalla ri-muginazione. Ricorda inoltre che
aprirsi, dare valore, mollare impegnarsi attivamente, lasciare andare la
critica, il giudizio la colpa, sono valori edificanti e riequilibranti.
Un'altra tecnica interessante è mindful
cioè praticare il respiro consapevole, è come gettare
un’ancora quando si è nel mezzo di una tempesta emotiva.
Questa pratica aiuta a stare fermo dentro alla tempesta. In questo contesto
non è una tecnica rilassante, non lo può essere perché
quando si sta vivendo un conflitto ciò che la nostra amigdala
suggerisce è scappare siamo programmati per l’attaco-fuga.
Tutto il corpo è teso per fuggire o per restare e combattere, quindi
le tecniche di rilassamento non funzionano quando si è così
tesi. Mindfullness è un’ancora che aiuta a stare e ad
aspettare che il conflitto si plachi, si potranno ottenere migliori
risultati:
quindi respirare con consapevolezza sia come una
sorta di scivolo: ti permette di scivolare dalla tua mente giù nel
tuo corpo. Una volta che sei nel tuo corpo, sei in grado di prendere il
controllo delle tue gambe e delle tue braccia e di usarle per azioni
efficaci.
Per gestire in modo appropriato i
propri sentimenti occorre accettazione e essere consapevoli di ciò
che ci accade e dare un NOME ai sentimenti: Notare, Oggettivare,
Massimizzare lo spazio ed Espandere la consapevolezza. In dettaglio Notare
i sentimenti forti, Oggettivare la presenza dei sentimenti ad esempio
“qui c’è un sentimento di insicurezza” piuttosto
che dire “sono risentito”. Quando si sentono i sentimento forti
ci “stringiamo intorno a loro” invece di allontanarli (in essi
c’è molta energia negativa) e dare loro il giusto spazio in
altre parole Massimizzare lo spazio. Infine implementare la consapevolezza
aiuta ad entrare in contatto con il mondo che ci circonda. A che scopo fare
questo? Questa è una tecnica di mindfulness Skills. I sentimenti
negativi arriveranno, se ne andranno, con il tempo riaffioriranno, si
noterà che nei momenti di forte agitazione, si sarà capaci di
reagire con minor vigore. Si entrerà in contatto con i propri valori
e si useranno per condurre le proprie azioni.
Riflettere e
agire in linea con i tuoi valori è un processo continuativo:
idealmente non ti fermerai fino al giorno in cui morirai. Ogni giorno, puoi
chiedere a te stesso: “Quali piccole azioni posso fare oggi per
approfondire e rinforzare la mia relazione? Che cosa posso dire o fare che
faccia la differenza?”. Dare valore può includere qualunque
cosa, dal dire che sei dispiaciuto al portare via la spazzatura, dal
comprare dei fiori, al fare il letto, dal condividere una storia
divertente, al coccolarsi a letto, dall’offrirsi di lavare i piatti
al fare un massaggio, dal chiedere “come è andata la tua
giornata?” al dire “Ti amo”. Così abbiamo dato
un’occhiata al lasciar andare, aprirsi e dare valore. Ora è
tempo di focalizzarsi sull’impegno attivo.
13
Guardami! Guardami!
Dare la completa attenzione ad
un’altra persona, è il complimento più bello che si
può attuare. Nei primi tempi della relazione si è molto
attenti l’uno dell’altra poi passa, poi ci si stanca fino alla
noia, molte relazioni passano dal essere affascinati alla noia e infine al
disprezzo. La mindfulness aiuta a separare la persona dall’etichetta
che il partner nel tempo appiccica, questo per ritrovare in quella persona
la profondità e la vera essenza che la contraddistingue.
L’autore prosegue il percorso toccando vari aspetti della relazione
come ad esempio coltivare la curiosità e l’apertura verso il
partner, nutrire la consapevolezza delle emozioni che anche l’altro
può provare, osservare il suo linguaggio corporeo. Spiega che tutto
ciò è l’antidoto alla noia e alla disconnessione
”Se non fai uno sforzo consapevole per essere curioso, aperto e
attento, crescerà in te il disinteresse e la disaffezione per il tuo
partner, e viceversa.” L’autore affronta la reale
possibilità che si arrivi al litigio, questo fa parte della natura
umana, e consiglia di imparare a litigare lealmente ed evitare di giocare
sporco. Ogni capitolo di questo libro è ricco di consigli sulla
saggezza che può accompagnare la vita di coppia, che si può
trasformare in relazione soddisfacente e piacevole. Nella coppia è
cruciale il modo in cui ci si relaziona, ad esempio, chiedere e rispondere
con gentilezza rappresenta un potere da non sottovalutare, ammorbidisce i
toni evita scontri. Saper apprezzare è un azione che spesso è
dimenticata e costa così poco:
Non riusciamo ad
apprezzare il magnifico spettacolo teatrale della vita sempre in continua
evoluzione. La nostra mente crea una T-shirt con lo slogan:
“Già stato! Già fatto! Letto il libro!” Poi, tira
quella T-shirt sulla nostra testa e la lascia lì. La mindfulness
è come togliere quella T-shirt, in modo tale che tu possa vedere il
mondo con nuovi occhi. Se usi la mindfulness per coltivare
l’apprezzamento per il tuo partner, allora ne beneficerete entrambi.
Più noti i numerosi modi in cui il tuo partner contribuisce alla tua
vita, più ti sentirai soddisfatto nella tua relazione. E più
il tuo partner si sente apprezzato, e più è probabile che si
rivolgerà a te con calore e gentilezza.
Harris affronta il tema delle situazioni vischiose, momenti di scelta
difficili dove la coppia si trova a dover intraprendere una scelta. Ad
esempio un partner vuole un figlio l’altro no, oppure un partner
vuole andare all’estero e l’altro no e così via.
Le situazioni vischiose, non hanno facili risposte, a questo
proposito, l’autore cita le parole del commediografo George Bernard
Shaw: “Per ogni problema complesso, c’è una soluzione
semplice, che è sbagliata”. Un approccio, per affrontare le
situazioni vischiose, è la compassione (che deriva da due termini
latini: “cum” che significa insieme, e “pati” che
significa “sopportare o soffrire” letteralmente compassione
significa soffrire insieme). Oggi questo termine ha un significato
più complesso: “La compassione comporta il notare e il
prestare attenzione alla sofferenza di un altro essere vivente, con uno
spirito di gentilezza e cura e un genuino desiderio di aiutare, coltivare e
sostenere”. Pur tuttavia spesso perdiamo la compassione per gli
altri e anche per se stessi.
Il dott. Neff,
professore in Psicologia all’Università del Texas, sostiene
che vi sono tre elementi per sviluppare la compassione: la gentilezza per
se e per gli altri, una condizione umana comune e la mindfulness. Harris
propone alcuni suggerimenti per implementare la compassione di se stessi:
‘il respiro consapevole’, ‘posare una mano
sull’area che è più dolorosa’, ‘parlare
gentilmente a se stessi’, ‘immaginarsi come se si fosse dei
bambini’, ‘riconoscere che si è umani’,
‘attingere dalla propria curiosità’ e infine
‘ricorda cosa ti dice il tuo dolore’.
A
questo punto entra in campo l’intimità intesa come
intimità fisica, emotiva e psicologica, la più profonda e
stretta relazione comporta intimità in tutte e tre le aree.
Se
definiamo l’intimità in un modo generico per includere tutte
e tre le componenti – fisica, emotiva e psicologica –
allora chiaramente ci sono molti modi di costruirla. Qui ce ne sono solo
alcuni per iniziare: parlare dei tuoi sentimenti, condividere le tue
speranze e sogni, coccolarsi, discutere la vostra filosofia di vita,
tenervi le mani, rivelare le vostre paure più profonde, baciarsi
appassionatamente, fare un bagno insieme, condividere bei ricordi, avere
rapporti sessuali, progettare una vacanza. A patto che entrambi i partner
siano aperti, impegnati e attenti, le opportunità per
l’intimità sono infinite; basta usare la tua fantasia.
Harris si spinge ancora più in la e affronta il tema
del risentimento, questo sentimento a volte si presenta e l’autore ci
sorprende perché, spiega, l’antidoto al risentimento è
il perdono. L’ACT ha un’opinione diversa e nuova del termine:
“Vedi, la parola inglese forghiveness (= perdono) deriva dalle parole
give (dare) e before (prima)”. Perciò puoi pensare al perdono
come a “restituirti ciò che c’era prima”.
Le sfortune accadono, e ciò che rimane
è la rabbia e il risentimento, ecco come ACT vede il perdono:
•
si tratta di alleviare la tua sofferenza - per farti andare avanti con la
tua vita.
• Non significa dimenticare, scusare, perdonare,
banalizzare o giustificare ogni brutta cosa che è capitata.
•
Non significa che tu devi dire o fare qualcosa alla persona coinvolta.
• È qualcosa che tu fai puramente per te stesso. Ti
restituisci quello che c’era prima - la tua vita, il tuo
benessere, e la tua vitalità!
Conclusione
Questo
libro è dedicato alle coppie che desiderano migliorare la propria
relazione, a quelle che stanno vivendo un momenti di fatica o di crisi, a
quelle che faticano a dare un senso al proprio legame e al proprio progetto
di vita. In alcune coppie a volte viene a mancare l’attrazione fisica
Questi e altri problemi sono affrontati dall’autore tenendo presente
l’ACT mindfulness e i valori esistenziali. Questo manuale è
piacevole e di facile comprensione e le indicazioni sono semplici e al
contempo ricche di indicazioni profonde e per certi versi impegnative, che
possono favorire ed aiutare un primo approccio per riequilibrare una
relazione di coppia.
Bibliografia
Harris Russ,
Se la coppia è in crisi… Impara a superare frustrazioni e
risentimenti
per ricostruire una relazione consapevole, Milano,
Franco Angeli, 2011.
Sitografia
Act Italia, “
http://www.act-italia.org/doceboCms/index.php?special=changearea&newArea=52”